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Mostrotica

Ormai siamo abituati al fatto che il browser tenga traccia dei siti che visitiamo, e non basta certo cancellare i dati dal nostro computer per risolvere i problemi di privacy: il nostro provider sa che probabilmente vogliamo cambiare macchina, che ci piacciono le monovolume, che ci divertono i videogiochi in flash e magari che abbiamo un debole per le donne maggiorate che si mostrano senza veli. Sono dati che non possono usare, solo la magistratura può accedervi se c’è un’inchiesta, ma insomma, sono dati che sono lì, inutile prendersi in giro con navigazioni anonime o chiavi criptate.
Ebbene, immaginate un mondo dove c’è anche un registro informatico che contiene i prodotti del nostro frigorifero, da dove per esempio si capisce che stiamo cercando di metterci a dieta visto che prendiamo barrette nutritive, ma che è uno sforzo inutile visto che abbiamo budini alla vaniglia; un mondo dove sanno cosa guardiamo in televisione, sanno che facciamo zapping quando in tivù appare quel ministro lì, e che magari abbiamo visto un film su un emittente locale di cui non saremmo orgogliosi di parlare a cena con gli amici. Se vi sembra un orizzonte lontano da grande fratello sappiate che non è così, la domotica, la scienza della casa del futuro, inserisce database, archivi e memorie ovunque.
Per scopi condivisibili, per carità, per memorizzare le nostre usanze, adattare la casa alle nostre esigenze, programmarla. Ma io non voglio che sia scritto da qualche parte che mi piace dormire con la finestra chiusa perché mi da fastidio la luce o che consumo troppa acqua quando mi lavo i denti. Saranno pure sacrosanti fatti miei, no?
Per ora sì. Per ora…

Le partenze intelligenti

autostradaUn’unica, impressionante coda di automobili che va da Bologna a Cattolica: questo è stato lo sconcertante spettacolo del sabato da Bollino nero. Non l’ho vissuto in prima persona, perché ho preso l’A14 il giorno dopo (e non c’era praticamente nessuno), ma mi ha fatto comunque riflettere.
Ci riteniamo superiori alle formichine in fila, o alle mandrie di gnu, o agli stormi di rondini. Eppure, dove c’è la massa, lì con ogni probabilità si è infilato l’italiano.
Un popolo che nonostante gli annunci televisivi, nonostante i giornali, nonostante, appunto, i bollini, per usare un eufemismo, se ne fotte, e si infila in una bolgia dantesca per non perdere un giorno di ferie è un popolo ostinato, un po’ ottuso forse, ma disposto a qualunque sacrificio, anche il più stupido – quindici ore in autostrada, quando se ne potrebbero impiegare otto, non è un sacrificio particolarmente brillante – purché questo comporti un benché minimo vantaggio. Il traffico c’è ovunque, ma si fa fatica a immaginare scene così in altre nazioni: l’unico esempio che mi viene in mente è quello delle masse di cinesi che si spostano per le feste di primavera. Ma lì c’è un sistema che non offre alternative e che ha reso massificato gli individui. E qui?
PS Per chi se lo dovesse essere perso: domenica 19 agosto ci sarà la replica, il rientro della mandria…