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I dubbi di un paese analfabeta

Dobbiamo preoccuparci di più del fatto che la costituzione italiana sia stata ieri riscritta e rimpiazzata da un documento che rischia di riportarci ai bei tempi di Federico Barbarossa di cui evidentemente qualche cortigiano ha nostalgia, oppure del fatto che Lory Del Santo abbia vinto l’isola dei Famosi sbugiardando exit-poll e sondaggi e minando la credibilità della nostra struttura sociale? Il vero problema dell’occidente è il crearsi di enormi periferie di disperati rabbiosi che vivono in trenta in appartamenti di cinquanta metri quadri, o i ritardi dello sviluppo della rete umts per i videocellulari? Il mercato italiano è davvero libero e concorrenziale, visto che abbiamo 150 diversi operatori da contattare per chiedere le informazioni sull’elenco telefonico (892,1240,ecc.) o forse sarebbe il caso di liberalizzare anche energia, televisioni, professioni (notai, farmacisti) e trasporti prima di parlare?
L’unica certezza è che questi dubbi possono venire solo a uno che vive nel terz’ultimo posto della classifica dei paesi più istruiti dell’Ocse, prima di Portogallo e Messico. L’unica certezza è un terzo degli italiani non leggeranno mai queste mie parole, non tanto perché il mio blog sia una schifezza, quanto perché più concretamente non sanno leggere. E fanno casino con le istruzioni dei cellulari votando per la Del Santo anziché per la Elmi…

Se non dite chi siamo, vinciamo!

Mi fa sorridere il dibattito in corso in questi giorni nella Caserma delle Libertà. Riconosco che il centrodestra stimola maggiormente la mia fantasia rispetto al centrosinistra che al contrario mi deprime. Ebbene, il dibattito di questi giorni è sulle cosidette liste dei governatori, che pare saranno consentite in alcune regioni, in altre no. Lo stesso identico candidato, con lo stesso identico programma, con la stessa identica cultura politica, vorrebbe insomma presentarsi agli elettori nascondendo – di questo si tratta – il nome dei partiti che lo sostengono. Scienziati della politica affermano infatti che con la lista dei governatori “si fanno più voti”. Ma in che stato siamo finiti, se i politici per prendere più voti, devono nascondere il loro partito? E soprattutto che razza di elettori siamo, se non votiamo Pinco Pallino se si candida con Forza Italia, ma lo votiamo se si candida con la lista Pinco Pallino? Una volta Casini affermò che gli exit-poll non erano credibili, perché gli italiani si vergognavano di dire che votavano DC. ALtri tempi…?