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Top-ten delle cose “che non si fanno” che puoi fare da grande

10 – Addormentarsi con la tivù accesa

9 – Togliersi le scarpe senza slacciarsele, con un colpo sul tallone

8 – Lavarsi i denti e dopo, se viene voglia, mangiarsi un biscotto

7 -Bere il té con un risucchio numeroso

6 – Mangiucchiare in salotto

5 – Tirare su con il naso anziché soffiarselo

4 – Infilare il dito nel vasetto di yogurt per recuperarne le ultime gocce

3 – Bere la coca-cola dalla bottiglia

2 – Lasciare la minestra senza averla mangiata tutta

1 – Farsi la doccia dopo pranzo e scoprire compiaciuti che non si muore

 

 

 

Tu la conosci Claudia?

Un fiasco prima o poi capita anche ai migliori. Solo che Aldo Giovanni e Giacomo c’avevano già regalato un mediocre “La leggenda di Al..” per cui ci si aspettava una ripresa, e invece. Invece Mi presenti Claudia è il più brutto film dei tre comici, ha tutti i difetti dei precedenti (regia artigianale, personaggi macchiettistici, colpo di scena a tutti i costi) senza averne le qualità (brio, ritmo, colonna sonora). I tre sono sempre gli stessi, il pignolo, il grezzo e il timido, ma questo non è un problema: anche Totò interpretava sempre se stesso. Semmai il problema è che mentre Totò viaggiava nel tempo e nello spazio cambiando continuamente contesti, sperimentava senza paura di rischiare, si confrontava con altri attori straordinari, guardava sempre ciò che gli accadeva intorno, i nostri tre si sono rinchiusi nel loro mondo di quarantenni che non hanno volgia di crescere e ci propinano per l’ennesima volta la solita minestra dell’amore conteso. La povera Cortellesi è ridotta a comparsa, fa quel che può nei panni del personaggio più logoro mai visto negli ultimi anni – Vanzina e co. esclusi – ma proprio non funziona, e persino Ottavia Piccolo è ridotta al turpiloquio più inutile (almeno De Sica fa ridere, qui siamo proprio alla parolaccia per mancanza di idee). Tutta la prima parte è una sequenza di stucchevoli sequenze con musica malinconica insopportabile sul mondo difficile dei quarantenni borghesi milanesi, con l’unica eccezione di Aldo che se non altro anima un po’ con il personaggio del tassista (ma che idea! Ma dove li pescano?). Finalmente c’è un po’ di vita quando i tre tornano a fare se stessi nel viaggio (aldo al volante, Giacomo dietro e Giovanni che borbotta accanto): la malinconia per tre uomini e una gamba diventa fortissima, ma questa è solo una sbiadita fotocopia ricca solo di turpiloquio e deja vù, con Aldo che ricorre persino al “miii, non ci posso credere..:” per ricordarci che è sempre lui e non una controfigura. Si arriva così al finale che dovrebbe essere imprevedibile e che invece risulta l’ennesimo buco nell’acqua di una scenggiatura imbrazzante e dilettantesca.
Se non avete ancora visto Mi presenti Claudia, non fatelo: piuttosto noleggiate Chiedimi se sono felice, quello sì che era un film. Se invece volete spendere un’ora e mezza di noia e volgarità con quelli che sono stati tra i milgiori comici italiani, fate pure. A me non resta che sperare che i tre finalmente si affidino ad un regista che sappia valorizzarli e ad uno sceneggiatore che porti qualche idea nuova. Perché questa minestra riscaldata comincia a puzzare di andato a male…