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Un giochino tira l’altro…

Ecco un articolo che non dovrebbe leggere mai chi usa Internet per lavoro. Oppure chi ha una connessione a pagamento. Non andrebbe letto perché il sito di cui sto parlando è uno di quelli in cui ci si rischia di passare pomeriggi interi: si chiama GiochiPop, e l’obiettivo dell’autrice è stato quello di classificare e catalogare migliaia di giochi presenti in rete (circa 3000), con un occhio di riguardo a quelli più adatti ai minori (piccoli puzzle, giochi per colorare, eccetera). Si tratta di semplici giochi che funzionano con tecnologie quasi sempre integrate nel browser (flash o java): in altre parole non occorre scaricare e installare nulla, se non al massimo una volta, basta connettersi e giocare. Si possono scegliere i preferiti, adattare le dimensioni della finestra, votare i giochi, guardare i più amati dalla comunità, condividerli su Facebook. Io ne ho provati un paio e li ho trovati molto divertenti, con l’unica controindicazione che sono un po’ come patatine fritte, ne assaggi una, poi un’altra, poi un’altra ancora e alla fine la tua revisione del romanzo rimane lì in attesa nella cartellina delle cose da fare.
http://www.giochipop.it/

Per le lettrici le dimensioni contano

L’altro ieri chiacchieravo con l’edicolante del Centro Lame, una persona molto cortese che ha deciso di vendere alcune copie del mio romanzo (vendute 13 su 15, ma non fa testo, le hanno comprate tutte i miei colleghi). Mi ha consigliato di scriverlo un po’ più lungo, la prossima volta: una ragazza si è lamentata di averci messo mezz’ora a leggerlo tutto. A parte il fatto che io mi lamenterei dei romanzi che non sono riuscito a completare o che ho completato in dieci anni, e non di quelli che leggo in poco tempo; però la faccenda mi ha fatto riflettere. Si perchè gli autori vorrebbero scrivere, scrivere, scrivere, non si risparmiano, sapete: sono gli editori che (giustamente, dal loro punto di vista) tagliano, tagliano, tagliano. Anche Bello dentro ha subito un bel po’ di dolorose ma necessarie sforbiciate. Che dire, alla ragazza che ha letto il mio romanzo in mezz’ora? Nella quarta di copertina avevamo azzardato un paio d’ore di lettura piacevole, in effetti 30 minuti sono proprio pochi. Prometto che il prossimo romanzo arriverò a scrivere 600 pagine. Almeno 200 dovrebbero pubblicarmele, no?