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Il cd brul? di Elio e le Storie Tese

Ieri sera ho comprato un cd e, devo ammetterlo, era da tanto che non accadeva.
L’ho comprato perché l’idea è semplice ma geniale, ed è una risposta alle case discografiche che si piangono addosso: il cd brulè di Elio e le Storie Tese. Appena finito il concerto, infatti, ci si può recare presso una bancarella con le magliette del gruppo (bellissima quella con la scritta “Autoerotismo” oltre che al doveroso tributo a Mangoni), e comprare a 12 euro un cd contenente le prime dodici canzoni… di quella sera.
Un live qualitativamente impeccabile, in cui ti riascolti,grazie a masterizzatori possenti e ottimi microfoni, lo spettacolo (o meglio la prima parte) a cui hai appena partecipato. Elio e le Storie Tese (a proposito, almeno una volta nella vita bisogna guardarli dal vivo) lo fanno già da tempo, ma solo ieri ho potuto testimoniare che l’iniziativa è davvero buona. Anche se merita una riflessione: se io ho ricevuto direttamente dai musicisti un cd con un’ottima resa e qualità audio (lontano anni luce dai bootleg di una volta) spendendo poco più di dieci euro e senza l’intermediazione di editore, produttore, direttore marketing, fonico, manager…
Siamo sicuri che tutta sta gente serva davvero?

La tv del cavo

La mia generazione di studenti di comunicazione (metà anni novanta, praticamente i primi) è cresciuta nel mito della televisione a pagamento, presentata da alcuni ricercatori come la panacea per tutti i mali della squallida televisione generalista. La televisione a pagamento avrebbe portato cultura, documentari, film d’autore nelle case degli italiani. In particolare, era la tv via cavo il mito di una decina di anni fa: libera da concessioni pubbliche, avrebbe rappresentato la chiave di volta per l’evelouzione della televisione tematica. Ebbene, a parte il fatto che la tv a pagamento ci ha sommersi di calcio, porno e filmoni hollywoodiani (con delle ottime eccezioni tra i bouquet di Sky), la tv via cavo, di cui sono un utente via Fastweb, si è rivelata un’autentica delusione. Come si fanno a chiedere 6 euro 6 per una prima visione? 6 euro, quando acquistare un dvd ne costa una 10, noleggiarlo 3 (anche 1,80 per 6 ore)? 6 euro, quando il digitale terrestre Mediaset presenta delle alternative valide a 4 euro? E Rai Click? Anche qui, una buona idea, quella di accedere allo sterminato archivio Rai per rivedere con piacere, per esempio, Indietro Tutta. Peccato che anche qui i prezzi siano follia pura. Davvero, questi signori dimostrano di non averci capito un cavo di concorrenza: pensano che dopo aver piazzato un cavo e una videostation in casa di un cliente, questi debba necessariamente fruire dei servizi. Un poì come i vecchi monopolisti: portiamogli la corrente, poi vedrete che consumerà. Consumare, si consuma. Peccato che il cavo serva solo a telefonare…