Archivi categoria: Dico sul serio

Non sempre si può ridere

Non è detto che domani sia un giorno migliore
non sempre c’è un’altra possibilità
non è detto che il tempo si estenda abbastanza
sarà fine, ma non necessariamente lieta
un sorriso negato è un fiore spezzato
il profumo disperso e mai più liberato
non è detto che si raggiunga la cima del colle
ma la strada va percorsa comunque.
Siamo nebbia del primo mattino
che si dissolve all’abbraccio del sole

Un saluto ai signori

Ogni volta che una persona anziana se ne va, oltre ai sentimenti più intensi di chi l’ha conosciuta, c’è l’amarezza di tutta quell’esperienza, quel sapere e quelle conoscenze che chi ci lascia si porta con sé e che rende il mondo un po’ più povero di prima. In questi giorni se ne sono andati due personaggi diversi, ma accomunati da un grande senso dell’umorismo e da una signorilità e correttezza d’altri tempi: Niels Liedholm ed Enzo Biagi. Che se ne siano andati dispiace, ma è la vita, ci si dirà, ci si rassegna.
Il vero dramma è guardare chi ha preso il loro posto. Allenatori ignoranti che ripetono le stesse tre frasi a memoria e ricorrono spesso all’insulto. Giornalisti talmente preda della macchina produttiva che dimenticano che le idee non si possono vendere come le gomme da masticare.
Dalle mie parti si dice che ‘l trist no l vol manc Crist…

Facci sognare

Sarò pure uno zoticone ingnorante che non coglie la modernità della sinistra, sarò pure un qualunquista dell’antipolitica che muove contro la classe dirigente sollecitato dalle destre, sarò pure uno che pensa che il rugby di Che Guevara (ma anche certe partite di calcio con due zaini al posto a segnare le porte nelle periferie cittadine e il fuggi fuggi quando passava un auto) sia più di sinistra della vela. Eppure, vi dirò, a me fanno sognare le parole di Martin Luther King e dei KennedY, il coraggio di Peppino Impastato, la dignità di Falcone e Borsellino, mi fanno sognare le poesie di Neruda e Bella Ciao, la serietà di Emergency e il testardo amore per gli ultimi di Don Milani.

Invece un banchiere che cerca di conquistare il potere comparando una banca con un prezzo elevatissimo alla faccia di azionisti e clienti, senza avere i soldi ma con una rete trasversale di sostegni politici, non mi fa sognare, proprio per niente.

La statale della morte

C’è ancora qualcuno che rimpiange il ponte sullo Stretto di Messina che, con ogni probabilità, non si farà. A questo qualcuno vorrei chiedere: ma come si raggiungerebbe questo ponte, da nord?
Attraverso la Salerno-Reggio Calabria, sarebbe la probabile risposta. E sulle ridicole condizioni della Salerno- Reggio Calabria non mi dilungo. Ma tutti quelli che provengono dalla costa adriatica, da Trieste in giù (come è bello far l’amore… no questa è un’altra faccenda) dopo l’A14 che finisce a Taranto come ci arrivano alla Salerno-Reggio Calabria?

Devono attraversare la statale della morte, la famigerata statale 106. Da Taranto a Metaponto è quasi un’autostrada: poi comincia il lento inabissarsi infernale di questa strada che diventa a tratti un tratturo di campagna.

Guardate le foto scattate il 29 dicembre di quest’anno, per farvi un’idea. Non sono immagini del Guatemala o della Guinea, signori, queste sono Lucania e Calabria.

È da qui che dovete passare, signori del ponte, prima di attraversare il vostro colosso di acciaio. Allora?

È così che vogliamo rilanciare la vocazione turistica di queste meravigliose regioni? Per caso la 106 è una specie di Camel Trophy sponsorizzato da un’azienda di fuoristrada?


Non scherziamo, signori, in una buca così non solo ci lasci ruote e cerchioni: al buio, se non te ne accorgi per tempo, ci lasci la pelle. E agli amici leghisti che si lamentano sempre dello stato che mangia i loro quattrini e li porta al sud, invito a riflettere su queste foto: dove sarebbero questi soldi che finiscono al sud? Forse i lucani e i calabresi non sono cittadini come gli altri, e non hanno diritto ad una strada da paese civile come gli altri?


PS. Per i possessori di fuoristrada: l’anas sta tamponando in questi giorni l’emergenza buche, per cui per il momento il safari avventuroso è rimandato. Ma non temete: al prossimo acquazzone saremo di nuovo in questo stato, e potrete divertirvi un mondo.

PPS Per tutti gli altri: nonostante le buche, andate in Calabria e Sicilia. Ne vale comunque la pena. Magari andateci guidando con prudenza

Buon viaggio, Piergiorgio

Qualche giorno fa è morto Piergiorgio Welby, il malato terminale che si è battuto perché gli venisse riconosciuto il diritto di rifiutare le cure e perché venisse spento il respiratore che tramite un tubo che gli ventilava artificalmente i polmoni sedici volte al minuto.
Questo diritto non gli è stato riconosciuto, perché viviamo in un mondo dove si muore ancora di fame, ma bisogna assolutamente tenere in vita artificialmente persone dilaniate dal dolore per non offendere i teologi bavaresi.
La notizia di oggi però è che la Chiesa ha negato i funerali a Welby richiesti da sua madre, cattolica credente, perché Piergiorgio “è morto nel peccato”.
Per un cattolico credente come me è devastante vedere come nella gerarchia ecclesiale ci siano ancora rigurgiti di quei sentimenti oltranzisti che portarono morte e distruzione in Palestina, che inquisirono la scienza e la libertà, che sostennero le guerre contro chi non si sottometteva.
Qualche tempo fa è morto Pinochet: credo che i suoi peccati fossero ben superiori a quelli del povero Piergiorgio, eppur i funerali sono stati ossequiati senza alcuno scrupolo da parte dei crociati. Come la mettiamo, signori teologi? Spiegatelo a noi poveri ignoranti!

Caro Gesù Bambino, se davvero hai intenzione di rinascere ancora una volta quest’anno, sappi che i mercanti del Tempio sono sempre più numerosi…