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L’accordo non vincolante

Allora, ci vediamo domani, passo a prenderti verso le 6. Però se cambio idea e non passo non c’è problema, nemmeno ti avviso, tanto non è un accordo vincolante.
Con la presente scrittura privata il sottoscritto Pallino Pinco cede la autovettura Fiat 850 alla concessionaria Guido Piano srl di Vicolo Stretto, ma mantiene una copia delle chiavi perché se cambia idea se la riprende, visto che l’accordo non è vincolante.
E io vi dichiaro marito e mogie nella buona e nella cattiva sorte, in salute e malattia, finché morte non vi separi, a meno che uno di voi due non decida altrimenti, visto che questo non è un accordo vincolante. I signori della terra hanno discusso per ore di cambiamenti climatici arrivando ad un accordo non vincolante.
Ma come l’acqua asciutta e la ghiaccio bollente, è un ossimoro.
Un accordo non vincolante non è un accordo.

Penitentiagite!

 Il vescovo di Bologna è stato categorico, basta con i canti allegri in chiesa. Finalmente!
Cos’è questa idea malsana di portare gioia ed entusiasmo durante la messa? Cosa centra la felicità con la fede cristiana?
Penitenza, contrizione, dolore e frustrazione tornino a conquistare lo spazio che meritano all’interno della liturgia. Basta con le chitarre, attirano troppi ragazzi in chiesa e distraggono le vecchiette, sia dato spazio solo all’organo. Meglio se di manifattura rinascimentale. Basta con l’alleluja delle lampadine e alla perniciosa voglia di vivere che mette, oltre tutto i fedeli quando alzano le braccia rivolgono il viso verso l’alto e invece è meglio che tengano sempre lo sguardo basso a fissarsi i piedi, che non gli vengano strane idee.
Basta con Dolce sentire di Baglioni, sia messo al bando, oltre tutto non è nemmeno in latino. Basta con le canzoni del Gen Rosso, cos’è questa storia della multiculturalità? Che se le cantino i bingo bongo quelle canzoni ritmate, il ritmo si sa è del demonio, solo il lento incedere della noia porta alla salvezza. "Perché la festa siamo noi, che camminiamo verso te?" Ma stiamo scherzando? Festa? Quale festa? Voi siete solo abominevoli peccatori intrisi di peccato originale, altro che festa. Non siete neanche parte del clero e pretendete di rivolgervi a Cristo! Giammai.
E poi: "Resta qui con noi" del Gen Rosso vada cantata, se proprio si deve, solo la sera, "Te al centro del mio cuore" solo in caso di messe notturne all’aperto (altrimenti non si vede la Stella Polare), "Benedici" potrà essere cantato solo in tempo di vendemmia.
Bravo Caffarra, ci voleva, si proceda adesso con vere hit come "Noi canteremo gloria a te","Resta con noi signore la sera", "Dov’è carità è amore", e al limite i canti appropriati preparati da Biffi con il preciso obiettivo di stroncare sul nascere anche solo l’idea di sorridere e gioire durante una messa.
Ma non è che il primo passo. Occorre procedere eliminando le panche (che stiano in ginocchio tutto il tempo quei laici peccatori) e le luci elettriche, che creano un’ambiente troppo luminoso e quindi sereno. Meglio predicare alla luce di qualche fioca candela. Capo coperto e vestito nero per le donne, meglio se poste in una zona separata da quella degli uomini, che tutta questa promiscuità è disdicevole. Se poi restano a casa a recitare il rosario nessuno sentirà la loro mancanza.
Penitentiagite!!!!

PS Forse ho esagerato, ma neanche tanto. Leggete qui:

http://bologna.repubblica.it/dettaglio/la-riforma-dellosanna-del-cardinal-caffarra/1704639

I giovani visti dagli altri

"Se volete me ne vado, ma non è che i giovani siano questo granché". "I giovani hanno bisogno di fare esperienza". "Non vedo alternative all’orizzonte".
La più brutta nazionale che io ricordi (quella che nell’83 non ci qualificò all’europeo era pessima ma almeno non fu umiliata dagli avversari) rappresenta una bella immagine del paese di oggi.
Un paese con un primo ministro settanduenne con il parrucchino e la cipria, con una classe dirigente che quando parla di "nuove leve" si riferisce ai quarantacinquenni, con sessantacinquenni che dopo aver ritirato la pensione vanno a fare i consulenti in azienda. Per carità, siamo un paese a crescita zero ed è un bene che anche i più anziani lavorino. L’importante è smetterla con quel "non vedo alternative". Alle alternative va data una possibilità. Finché Lippi vive in un mondo dei sogni che si è fermato al luglio 2006, non vedrà altro che non sia Cannavaro, Toni, Zambrotta e compagnia vecchia. Così come le aziende e le istituzioni dovrebbero ogni tanto fare spazio ai più giovani.
Il problema è che questo comporta rinunciare al potere (e ce lo vedete l’incipriato che fa un passo indietro) e soprattutto accettare la possibilità che i giovani siano davvero meglio e non facciano rimpiangere il passato.
Nel calcio c’è voluta un’umiliazione intercontinentale per capire che è ora di cambiare rotta. Nel mondo reale, purtroppo, per i giovani c’è ancora tanta panchina…

Una V, una U o una L? Una J!

Secondo alcuni economisti la crisi a cui tutto il mondo tranne il nostro primo ministro (beato lui) sta assistendo potrebbe essere un V, e cioè ci riprenderemo con un balzo in avanti, una U, e in quel caso ci riprenderemmo dopo un po’ di fatiche, oppure una L, e in quel caso la ripresa, se ci sarà, è lontana.
Se penso al peggioramento del nostro debito pubblico e alle politiche economiche degli ultimi mesi, credo che per l’Italia si prospetti una crisi a j. Poeticamente, rappresenta un chiodo a cui appendere i sogni. Per i meno poeti, un bel gancio infilato in quel posto ai soliti noti (e cioè noi lavoratori che non possiamo evadere le tasse).

Quanti sono?

3 milioni di persone per i sindacati, duecentomila per la questura.

Sono i dati sulla manifestazione della CGIL di oggi.
Non so se avete notato anche voi come la forbice tra il numero di partecipanti dichiarati dagli organizzatori di manifestazioni e quello invece presunto dalla questura si sta spaventosamente allargando.
Il motivo è semplice. Da una parte ovviamente chi organizza, destra o sinistra, cerca di esagerare per fare bella figura. Dall’altra, i poliziotti calcolano che i manifestanti stiano praticamente a cinque metri uno dall’altro, così, per evitare resse. E poi c’è caldo, che motivo abbiamo di stare così vicini. Allarghiamoci, c’è spazio, facciamo in modo che nessuno si perda ma tanto il primo c’ha la bandierina e gli altri lo possono seguire a debita distanza. Poi dividono la lunghezza dell corteo, e traggono i risultati.
Faccio una proposta ai manifestanti: la prossima volta state davvero a cinque, dieci metri di distanza l’uno dall’altro. Così facendo quando il corteo sarà a Roma la coda starà lasciando Firenze. E nessuno potrà contestare i numeri, visto che praticamente tutto il Lazio sarà occupato.
E pazienza se occorreranno megafoni più potenti: sarà il prezzo da pagare per una cifra esatta sui partecipanti