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La corsia di destra

Sono fatti vostri se vi piace girare l’Italia e dormire sempre nella stessa scatoletta di lamiera.
Sono fatti vostri se vi trovate a vostro agio nello svuotare e lavare i vostri gabinetti chimici di 30 centimetri.
Sono fatti vostri se trovate appagante un sabato sera in piazzola di sosta a guardare un film indiano sul 14 pollici (se c’è segnale).
Sono fatti vostri se riuscite a dormire in un sarcofago senza sbattere la fronte ogni volta che andate a fare pipì.
Sono fatti vostri se a vostra moglie non dispiace avere il wc tra i piedi mentre fa la doccia.

Ma se create una fila in autostrada perché con i vostri pachidermici caravan e roulotte vi ostinate ad azzardare la corsia di sorpasso a 80 all’ora rallentando altri 5000 autoveicoli dietro di voi, sono fatti anche miei che sono fra quei 5000.
Amici autisti di camper, siate buoni, mantenete la destra, suvvia, e se la prossima volta volete andare più veloci non portatevi dietro la casa in vetroresina.
Grazie.

Donne al volante, seconda parte

stradaIl secondo momento impossibile per il gentil sesso è quello della rotonda. Qui ne ho viste di tutti i colori.
Ragazze che non hanno il coraggio di entrare, sporgono il collo dal volante fino a spiaccicare il naso contro il parabrezza ma sempre timorose che quell’auto là in fondo possa accarezzarci la fiancata.
Altre che dopo essere entrate non trovano il coraggio di uscire e girano in tondo fino a notte fonda.  Altre ancora che entrano dando la precedenza, escono dando la precedenza, cambiano corsia dando la precedenza. Con il risultato che a loro viene un giramento di testa e all’automobilista dietro un orchite.

Perché? Non credo sia colpa dello smalto che si asciuga in ritardo o del bracciale che si incaglia nella freccia. Quelli sono luoghi comuni, e poi non spiegano come mai ci sia questa incompatibilità solo con i parcheggi e le rotonde. E nemmeno credo sia questione di timidezza, ci sono ragazze che che fanno i duecento in autostrada e poi tornano a casa con gli occhi rossi perché hanno pianto a lungo prima chiedere ad un barista di aiutarle a parcheggiare. Io credo si tratti di un problema biologico. Per i parcheggi, l’istinto materno femminile le porta ad affezionarsi a tal punto al mezzo che lasciarlo lì solo soletto nel parcheggio proprio le scombussola, sai mai che passa qualcuno e ci fa una scortesia.

Per le rotonde, invece, la spiegazione è tecnica. Come spiega la fisica, su un corpo in moto circolare agisce una forza reale, quella centripeta, che permette al corpo di muoversi e lo attira verso il centro della circonferenza . Tale forza è bilanciata da un’altra, apparente e diretta verso l’esterno, che impedisce all’autista di essere sbalzato fuori dall’auto, la forza centrifuga. Sostanzialmente è la forza che ci tiene fermi sul sedile.

Quindi c’è qualcosa che costringe le donne a stare ferme contro la loro stessa volontà, impedisce loro di uscire e per giunta si tratta di una forza fittizia!

Ovvio che le nostre amiche non sopportano questo stress e danno i numeri.

La terza corsia dinamica

Chi vive a Bologna la conosce bene da tempo: la terza corsia dinamica. Quella che da anni pronettono come la risoluzione dei problemi della tangenziale cittadina. Non sono un ingegnere e faccio fatica a comprendere certi progetti, ma sono un aspirante scrittore e capisco i giochi di parole.
Di fatto a Bologna stanno introducendo una terza corsia di marcia nello spazio dove prima ce n’erano due.In questo modo si risolvono i problemi di traffico. Fantastico. Seguite l’esempio: vivete in un piccolo appartamento di 50 metri quadri? Inventatevi la sala dinamica, basta spostare i letti un po’ più in là quando ci sono ospiti.
E potremmo risolvere il problema dei posti negli ospedali con la corsia dinamica: basta mettere i pazienti in garage quando non ci sono le auto dei medici.
E per gli extracomunitari, facciamo l’appartamento dinamico: 20 cinesi dormono mentre altri 20 lavorano, quando i primi si svegliano i secondi gli danno il cambio. Come dite? Già lo fanno?
Diavolo di un cinese, ci ruba sempre le idee migliori…

Curiosit? sul traffico

Di nuovo sull’Onda Verde.
Non lo so, sarà il periodo, sarà che lo ascolto più attentamente alla ricerca di altre perle linguistiche.
Avete mai fatto caso al modo in cui si attribuisce sempre ai curiosi a colpa di un rallentamento su un corsia opposta a quello di un incidente? Traffico rallentanto sulla corsia opposta a causa dei curiosi… Io me li immagino, questi scellerati omini odiati dall’Onda Verde, che rallentano e si sporgono da finestrino commentando il possibile numero dei morti e indicando con l’indice le tracce di frenata sull’asfalto.
Ma di che state parlando, ondosi verdi? Io se vedo un rogo sulla corsia opposta, un fumo che si alza, un movimento inatteso, rallento non perché sono curioso, che non mi interessa affatto vedere a chi è toccato stavolta, ma perché ho un minimo di buon senso, e rallento per essere sicuro che non sia accadauto niente sulla mia, di corsia.
E come me immagino tanti altri! Smettetela di dare la colpa del traffico a chi ogni tanto rallenta.
Se ci fossero più curiosi che vanno piano per guardarsi intorno e meno imbecilli che sfrecciano guardandosi la punta del naso, forse ci sarebbere anche meno incidenti.
E il vostro programma durerebbe meno.

Go-karrell

C’è un posto dove si può parcheggiare dove si vuole rischiando al massimo di rimetterci un euro. Un posto dove si può fare inversione a U, svoltare a sinistra senza dare la precedenza, procedere tranquillamente i retromarcia in un’allegra anarchia dove non ci sono autovelox e corsie preferenziali.
Non è Napoli, come qualche maligno starà pensando. Sono i centri commerciali. Nei centri commerciali la libertà è assoluta e il codice è fatto di contrattazione. Di fronte alla signora che posteggia il carrello di traverso e comincia a valutare l’apporto calorico dei cioccolatini ricoperti di glassa si può balbettare, tossire, provare lo spunto di forza, o cambiare corsia. E non va meglio dietro al vecchio con la sciatica che si trascina ansimante aggrappato al carrello guardandosi intorno con occhio cupo alla ricerca di un angolo dove sputare.
Sorpassarlo èdifficile perché il nonno sbanda paurosamente e c’è il rischio che durante il sorpasso ve lo troviate abbracciato che vi implora di indicargli dov’è il colluttorio. C’è il forzuto che trascina su e giù il carrello come se fosse un peso per scatenare il bicipite, ma va in tilt nelle curve a sinistra che – è risaputo – inchiodano il carrello che contro la legge di gravità si ostina a girare su se stesso senza muoversi di un centimetro. C’è la timida che lascia il carrello subito dopo l’entrata lo parcheggia accanto alla guarda, poi fa avanti e indietro tutte le volte che compra qualcosa per non intralciare il traffico.
Non è casuale, forse, che “la casa degli italiani”, prima di essere un slogan politico di Berlusconi, fosse il pay-off della Standa: si fa tutti un po’ come cacchio ci va. Va bene. Niente corsie, niente vigili.
Ma porca miseria oliate le ruote dei nostri bolidi, ogni tanto.

Goduria giustizialista

Lunedì mattina, traffico intenso, gente irascibile e sonnacchiosa come si confa in una giornata di sole che sta per essere sciupata sotto il neon di un ufficio. Colonna di auto in fila. Arriva il dritto, non è giovanissimo dalle apparenze (capelli grigi) non è giovanissima neppue la sua macchina (una Peugeot 205 ancora scattante). Il dritto passa comodamente sulla corsia opposta tanto se viene qualcuno frena, supera agevolmente la coda e con agilità e destrezza dovuta probabilmente all’abitudine (il dritto fa il dritto alla posta, in auto, al supermercato, quando fa il 730: è un dritto, no?) tagli la strada al primo e si incunea davanti a tutti. Scene viste e riviste centinaia di volte a Bologna, nella totale impunità. A Taranto c’è chi si comporta così: ma c’è anche quel senso di giustizia sommaria per cui se lo fai ad uno suscettibile quello di segue fino a casa, aspetta che scendi dall’auto, insulta le ultime 6 generazioni della tua famiglia e poi ti gonfia come un canotto. Provate a superare a destra sui Tamburi, a Taranto: vi sparano. E poi dai balconi tutti a testimoniare che è stata legittima difesa e che la colpa è di quello strunz morto sull’asflato. Invece a Bologna no, a Bologna il dritto sguazza tra persone per bene che subiscono la prepotenza. Ma stamattina le cose sono andate diversamente: il dritto è stato sfortunato perché nei paraggi c’era la polizia comunale con la missione evidentemente di rimpolpare le casse di via D’Accursio: breve inseguimento, segnalazioni, accosti, multa. E anche qualche punto in meno, spero.
Al dritto tutto sommato è andata bene. Fosse stato a Taranto ci sarebbe stata una Peuget 205 usata con il vetro fracassato e qualche macchia sul sedile in più sul mercato dell’auto.