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La crisi spiegata ad un ragazzino

Se dovessi raccontare ad un ragazzino della crisi economica di oggi, gli chiederei se è mai stato in pizzeria con gli amici.
Gli sarà capitato di trovare l’amico, chiamiamolo così, che pretende di essere escluso dal conto comune perché si è limitato ad ordinare una pizza margherita poco condita. Ognuno per sè, avrà sbraitato, figurati se io pago per le patatine, ne ho prese solo una decina.
Allo stesso "amico" poi capiterà un’altra seradi ordinare pizza al tartufo, stuzzichini di caviale e da bere un Barolo del 68: al momento del conto troverà offensivo che qualcuno possa anche solo pensare che non si paghi alla romana. Pensateci, a tutti purtroppo è capitato di conoscere persone di tal fatta.
Un compagno di uscite così te lo ricordi.
Ne fissi il viso, il comportamento, i modi di fare.
Prima o poi lo mandi a…defecare,
E poi lo eviti, se puoi.
Ebbene, direi a quel ragazzino che molti imprenditori – appoggiati da una classetta politica benevolente – in questi anni hanno sbraitato "ognuno per sé", ripetendo che non volevano pagare né per le patatine né per le pizze più care degli altri.
Meno stato, più mercato, gridavano, ve li ricordate? Il neoliberismo ci salverà, solo il mercato si autoregolamenta, dicevano, meno tasse, più soldi per tutti.
Adesso che il conto da pagare è salatissimo, soprattutto per loro, vogliono fare alla romana. Adesso l’intervento dello stato è un imperativo categorico, adesso tutti diventano dirigsti che pretendono l’intervento delle risorse pubbliche.
Insomma spiegherei al ragazzino che quei politici e quegli imprenditori vogliono che noi paghiamo i loro tartufi e il loro caviale. E ci stanno riuscendo bene, anche.
Che dire? Gente così ve la ricordate, ne fissate il viso, il comportamento, il modo di fare. Quando le cose torneranno ad andare bene, vedrete che torneranno a gridare meno stato, più mercato. Io come minimo gli auguro che il caviale gli auguri un cagotto settimanale.
Se voi volete aggiungerci anche delle conseguenze emorroidali, fate pure.
Poi perà ricordiamoci delle loro facce, ed evitiamoli.

Felicit?…

Tra le tante definizioni più o meno valide di felicità, c’è quella che spiega che nessuno è più felice di chi ritrova qualcosa che aveva perso. In fondo è il concetto evangelico della pecorella smarrita: più prosaicamente, ci si ripete che invece che desiderare qualcosa che non abbiamo dovremmo concentrarci sulle ricchezze che già possediamo per essere lieti. Oggi ho vissuto dieci minuti di felicità. Arrivato in ufficio mi sono accorto di essere senza portafoglio. Per carità, non porto mai contante nè ho carte di credito: ma chi ha perso la patente (a me capità una decina di anni fa) sa che tra carabinieri, motorizzazione, denunce e foglie provvisori in Italia è più facile procurarsi un passaporto falso che rifarsi una patente vera. Per cui, ho vissuto davvero il dramma della perdita, già mi vedevo in fila da qualche parte privo dei miei documenti, della mia identità, magari imbarcato in un aereo con qualche povero clandestino diretto in Romania. Invece il portafoglio era sotto il letto. Felicità. Felicità. Me lo accarezzo, ci guardo la patente sgualcita e la carta d’identità rifatta da poco, e sono felice.

È proprio vero che l’inizio e la fine della nostra vita sono segnati, ma sta a noi decidere se congiungerli con una frettolosa linea retta o goderci gli sbalzi di alti e bassi…

Non fate quella faccia!

So bene quanto sia inutile negare l’evidenza, trattenere le lacrime e nascondere la disperazione che ci coglie mentre riaccendiamo il monitor dell’ufficio dopo quel meraviglioso periodo di felicità pura chiamato ferie che abbiamo vissuto. Dobbiamo farcene una ragione. Anzi, una decina. Ecco dieci motivi insulsi e ipocriti per cui uno dovrebbe essere felice di tornare in ufficio, in ordine di falsità. Spero vi aiutino un po’. Coraggio.

  1. Il lavoro nobilita l’uomo
  2. Finalmente potete rivedere i colleghi
  3. In ufficio non piove mai
  4. Il vostro sì che è un televisore, altro che il 14 pollici dell’agriturismo
  5. Potete cominciare a organizzare le vostre prossime ferie
  6. Nessuno vi chiederà come va il lavoro
  7. Niente parenti per un po’
  8. Le piantine sul balcone avevano bisogno di voi
  9. Potete ricoprire pudicamente la pancetta esibita con imbarazzo al mare
  10. Non dovete ricoprivi di creme protettive che attirano gli insetti