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La naturale regolarit

Fa sorridere, se ci fate caso, che in un mondo dove la volgarità verbale è considerata efficacia comunicativa, dove bestemmiare fa molto trendy (tranne che nei reality show), dove più si è espliciti meglio è, ci sia ancora un universo che si oppone alle orde barbariche del cattivo gusto anche se non sappiamo per quanto reggerà.
Mi riferisco al mondo pubblicitario ed in particolare alla "bodycopy", cioè al testo che accompagna un’immagine; nel caso video, sarà la voce fuori campo che accompagnerà lo spot.
In natura non esistono liquidi organici blu (in caso contrario, fatevi visitare subito da un medico!) eppure i pannolini sono sempre macchiati di blu; le donne feconde circa una volta al mese sono soggette a mestruazioni, ma la parola è tabù per cui si parla sempre di "quei giorni"; di recente poi è apparsa la meravigliosa "naturale regolarità".
Mi riferisco ad uno yogurt che – se mantiene le promesse – fa cagare. Letteralmente. O, se vogliamo essere meno volgari, stimola la defecazione. Non mi piace la volgarità, ma ammetterete anche voi che un eccesso di perbenismo è stucchevole.
O, se preferite, "aiuta la naturale regolarità"

Faccio la spesa nel reparto benzina

Dopo farmacisti, tassisti e professionisti, è la volta dei benzinai a protestare contro le liberalizzazioni.
La differenza principale, stavolta, è che a protestare è una figura mitologica, un’immagine culturale che nella vita reale si è già estinta. A Statte c’è ancora qualche benzinaio che si avvicina alla macchina, da’ un’occhiata, finge disinteresse e poi chiede "Quanto"? Dopo di che prende la pompa, ti fa il pieno, e se è di buon umore ti pulisce il vetro. Si tratta ormai di personaggi d’altri tempi sempre più difficili da trovare.
Il benzinaio bolognese, per esempio, non ne vuol sapere di sporcarsi le mani morbide di benzina e di prendere freddo là fuori. Se ne sta nel gabbiotto a leggere Quattroruote o Dylan Dog. Sei tu che devi farti il pieno, guardare quant’è, poi andare da lui, scusarti perché hai interrotto la sua lettura e pagare. E magari, se sei proprio sfrontato, chiedere i punti per la raccolta, a bassa voce e vergognandoti un po’. Non è questione di self-service, nelle grandi città ci sono ormai solo self-service, e costano praticamente quanto i vecchi "servito". Allora, se devo fare tutto da me, tanto vale far benzina al supermercato, dove mi fanno lo sconto.
Non solo le liberalizzazioni, cari benzinai, ad uccidere la categoria: siete voi che viete suicidati in quei gabbiotti con le riviste e la radio…