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La controreplica

Dopo Maroni, adesso sono le associazioni pro-life (ma perché mai i reazionari in Italia hanno un nome da shampoo anticaduta?) richiedono la replica al programma di Fazio. Mi sembra doveroso.
E non solo: ecco una serie essenziale di repliche che una società civile dovrebbe consentire:

  • dopo la messa del Papa la domenica mattina, cerimonia religiosa di musulmani, ebrei, buddisti, scintoisti, induisti, animisti. Da individuare uno spazio di replica per gli atei, i agnostici e i satanisti (magari trasformabile in reality show)
  • dopo ogni goal dell’Inter trasmesso da un programma sportivo, replica con un goal del Milan. Se malauguratamente non avessero segnato, si ricorra ad immagini di archivio
  • per ogni plastico di Vespa sul delitto di Avetrana, per par condicio aggiornamento anche sui plastici dei delitti di Perugia e Garlasco (e anche un po’ di revival con Cogne e Novi Ligure, suvvia)
  • per ogni numero estratto al Lotto, estrazione nella puntata successiva di tutti gli altri numeri ingiustamente trascurati
  • per ogni notizia sulle tendenze della moda, sui gelati probiotici e sull’uomo con i calli più grossi del mondo data dal Tg1, contro replica con tre pezzi di giornalismo vero.

No, non esageriamo, cancello l’ultima, sarebbe troppo per il TG1..

La naturale regolarit

Fa sorridere, se ci fate caso, che in un mondo dove la volgarità verbale è considerata efficacia comunicativa, dove bestemmiare fa molto trendy (tranne che nei reality show), dove più si è espliciti meglio è, ci sia ancora un universo che si oppone alle orde barbariche del cattivo gusto anche se non sappiamo per quanto reggerà.
Mi riferisco al mondo pubblicitario ed in particolare alla "bodycopy", cioè al testo che accompagna un’immagine; nel caso video, sarà la voce fuori campo che accompagnerà lo spot.
In natura non esistono liquidi organici blu (in caso contrario, fatevi visitare subito da un medico!) eppure i pannolini sono sempre macchiati di blu; le donne feconde circa una volta al mese sono soggette a mestruazioni, ma la parola è tabù per cui si parla sempre di "quei giorni"; di recente poi è apparsa la meravigliosa "naturale regolarità".
Mi riferisco ad uno yogurt che – se mantiene le promesse – fa cagare. Letteralmente. O, se vogliamo essere meno volgari, stimola la defecazione. Non mi piace la volgarità, ma ammetterete anche voi che un eccesso di perbenismo è stucchevole.
O, se preferite, "aiuta la naturale regolarità"

Come andare alle olimpiadi

C’è un modo facile facile per conquistarsi un momento di celebrità, senza ricorrere ai reality show. Si può persino andare alle olimpiadi: basta scegliersi uno sport del piffero (con tutto rispetto per chi a quelli sport si dedica con passione). Ho scoperto per esempio in questi giorni che in Italia ci sono 373 ragazze che si dedicano all’Hockey su ghiaccio.

Ebbene sì,proprio quello sport a noi noto prevalentemente per le scene di zuffe furiose da trasmissioni estive, con grossi energumeni che scivolano impugnando minacciosi bastoni, oppure perché è uno sport citato spessissimo nei telefilm d’oltreoceano.

Ci sono donne (in Canada sono più di 60 mila, ma da quelle parti il ghiaccio è più familiare) che pattinano brandendo mazze e colpendo un disco di ferro: non so se si divertano o meno, ma certo la possibilità di entrare in nazionale è di quasi il 15%. A meno di non essere proprio negate, ce la si può fare. Certo poi non si possono sperare risultati brillanti: l’Italia alle olimpiadi ha perso 16-0 con il Canada, 11-0 con la Svezia e 5-1 con la Russia.

Ma insomma, sempre più dignitoso di un reality è… Forza ragazze!

Terrore e morte di Paperino

Una legge istituita alcuni anni fa prevedeva il divieto di allevare visoni in gabbia, pratica dolorosa che rende la vita di queste creature un’autentica sofferenza, e soprattutto proibiva di ingozzare le oche, cui viene somministrato forzatamente mangime di ogni tipo per fare gonfiare alle poverette il fegato, che alcuni reputano una prelibatezza. Una legge che finalmente poneva l’Italia in una condizione di stato civile, al pari della Gran Bretagna e di altri paesi del nord europa come la Svezia che hanno legislazioni simili. Quella legge non c’è più. La maggioranza ha deciso che le esigenze commerciali degli allevatori (quasi tutti lombardi e veneti, nota bene) vengono prima, e poi nel caso dei visoni si tratta di animali da allevamento, non da macellazione. Per cui la logica del legistlatore è che se ti ammazzo per sbudellarti e friggerti, hai diritto ad un’esistenza meno dolorosa; se ti ammazzo per scuoiarti, zitto, non muoverti così ingrassi e mangia, che ci serve la tua pelliccia. Queste notizie purtroppo circolano a fatica, se ne sa poco, si parla di altre oche grasse, purtroppo (ogni riferimento a reality show è puramente casuale). Ma voi, cari miei 3 lettori, pensateci, la prossima volta che mangiate il fegato gonfio di un’oca morta atrocemente.
E poi,caro mio primo ministro, chi è che porta terrore e morte?

Assolutamente s

Bisognerebbe insegnare a scuola che l’avverbio va usato con molta parsimonia e attenzione, è un ingrediente della scrittura prezioso per insaporire dei verbi un po’ insipidi, per colorare di sfumature luminose dei concetti pallidi, per riempire con qualche battuta un pezzo che non si riesce a chiudere. Gli avverbi sono come spezie, profumati e piacevoli ma non insispensabili: e soprattutto,se si esagera diventano velenosi. Quando si fa un lavoro di sintesi, i primi a essere sacrificati sono proprio gli avverbi, seguiti dagli aggettivi che spesso tronfiamente arrichiscono i comunicati stampa. Perché questa digressione sulla scirttura? Perché da qualche tempo, ormai, in televisione non si risponde più si o no, ma “assolutamente sì” o “assolutamente no”. Può capitare la necessità di ribadire un concetto, sottolinearlo, evidenziarlo: ma senza esagerare, se è no è no, si capisce, non è che esiste un no relativo e uno assoluto. Una delle bandiere dell'”assolutamente sì” è Simona Ventura (fateci caso) e in fatti l’avverbio si sta diffondendo rapidamente proprio tra gli appassionati di reality show. Chissà, forse un giorno non troppo lontano il sacerdote chiederà a Pippo: vuoi tu prendere Gina in sposa? E Pippo risponderà: assolutamente sì. E a quel punto il sacerdote darà il via al televoto per stabilire quale testimone lascerà la chiesa…