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La prova costume del giovane papà

Quando arrivi a toglierti il cinturino prima di pesarti, vuol dire che la situazione è proprio critica. L’estate si avvicina e con essa la terribile prova costume. Che se fosse un costume di carnevale, uno di quei Pierrot che potrebbe indossare anche una balena, non sarebbe nemmeno tanto male. Ma no, il costume estivo è impietoso, e per gli uomini non c’è neanche la via di fuga di costume intero e pareo.
Ho semplicemente deciso che per me il problema non si pone, perché io non sono più un uomo, io sono un padre.

Io non arriverò in spiaggia a mostrarmi, io barcollerò sepolto tra ombrelloni, sedie, giocattoli e cambi. Io non passeggerò sul bagnasciuga, io rincorrerò piccoli esserini che ho contributo a mettere al mondo. Io non risolverò i quiz della settimana enigmistica, ma al limite metterò in ordine le creme pre-sole, sole-sole e post-sole. Io non andrò in vacanza, perché i padri non vanno mai in vacanza.
E soprattutto non farò la prova costume, perché non ne ho il tempo, come non ho il tempo di fare sport, andare in palestra e seguire diete sane, perché porca miseria ci vuole un sacco di tempo per prepararsi uno spuntino sano, e invece il panino con la mortadella riesci a prepararlo anche con una mano impegnata.

Sono un padre, io, non un uomo, e se non ci credete venite a vedere la macchia di latte rigurgitato che mi è apparsa sulla coscia mentre cercavo di mettere insieme questo post.

Campagna elettorale

Siamo ormai in campagna elettorale, questo è evidente. Lo capiamo perché i politici cominciano a sfilare (alcuni attraversano le piazze colme di studenti con il medio alzato: a questo siamo arrivati). Perché declassano la comunicazione a insulto gratuito; perché si mostrano più preoccupati di mantenere la poltrona fra qualche mese che del destino di un paese che sta affogando (e non nell’acqua, magari: stiamo affondando in un mare di…melma). Perché questo bell’inizio nazional demagogico? Il presidente operaio, casalinga, anziano, giovane, ha caricato le batterie: quella che vedete è una foto che ho scattato stamane a Bologna.

Anche la guerriglia semiologica, come la chiamava Eco negli anni settanta, non si è fatta attendere: ecco la risposta. Ne vedremo delle belle

Benvenuti

Vi è mai capitato di guardarvi intorno, con l’occhio un po’ distratto e intorpidito di chi si è appena svegliato,
per rendervi conto che la televisione vi annoia, i giornali tendono ad assomigliarsi in maniera esasperata, i libri sono scritti sempre più spesso da chi non legge mai ma è tanto telegenico?
Vi è mai capitato di avvertire una pulsione irrefrenabile a condividere, discutere, proporre, comunicare le vostre idee, cercare qualcuno al di là del muro, bussare ad una porta chiusa per vedere se c’è chi è disposto a rispondere?
Vi è mai capitato di sentire l’esigenza lanciare in mare una bottiglia con un messaggio, fragile, incoerente, sincero, straordinariamente libero?
A me sì, è capitato.
Questa è la mia bottiglia che avete appena aperto. Non fate quella faccia delusa: potete sempre ributtarla in mare. Altrimenti, benvenuti nel mio blog. Buon viaggio.