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Elizabethtown

Un giovane Yuppie che vive nell’Oregon fa perdere un miliardo di dollari alla sua azienda disegnando una scarpa sportiva che si rivela un fallimento, e decide di ammazzarsi. La premessa è, obiettivamente, avvincente. Un attimo prima di farla finita, una telefonata della sorella cambia i suoi piani: suo padre è morto, a sud, nel Kentucky, dove era andato a trovare i parenti. Comincia così il viaggio del nostro (un Orlando Bloom che quasi non si riconosce senza corazze, armature e orecchie a punta) nel profondo sud americano, che lo porterà a riscoprire se stesso, la voglia di videre e ovviamente a incontrare la sua anima gemella con lieto fine scontato. Non è scontato il film, pieno di battute intelligenti, situazioni divertenti, una regia raffinata, personaggi di sfondo azzeccati. Peccato solo che tenti di strafare, inserisca qualche luogo comune di troppo sui "rebels", qualche momento di comicità fracassona fuori luogo, qualche passaggio un po’ troppo letterario (la voce fuori campo in questi casi è un accessorio di cui si farebbe a meno), si dilunghi in un viaggio finale che sa di videoclip e che cita persino Martin Luther King (che col film non c’entra nulla). Insomma, un bel film, che con qualche taglio in fase di montaggio (20 minuti almeno) avrebbe potuto essere bellissimo.
Però c’è Susan Sarandon, che avrà i suoi anni ma in fatto di charme sovrasta la insipida Kirsten Dunst.
Simpatico il cameo di Alec Balduin.

Buon viaggio ragazzi

Non amo particolarmente i blog molto intimi, che raccontano sin nei dettagli la sfera privata dell’autore. Credo che la sua intimità appartenga a lui soltanto e come tale mi sento quasi in imbarazzo quando leggo nei blog le vicende sentimentali di Pippo che ha scoperto che Mary85 lo tradisce con Lallissimo da ormai 5 mesi con reciproca soddisfazione. Mi verrebbe da dire a Pippo: hai visto cosa succede a passare troppo tempo con il tuo blog trascurando le relazioni umane? Ma oggi voglio fare un’eccezione. Oggi è una data importante, una di quelle che chiudono un capitolo della tua storia e ne aprono un altro. Come il 15 settembre del 94, quando vinsi il test di Comunicazione a Bologna, o il 14 luglio 2000, in cui mi laureai, o il 9 maggio 1998, che per me è importante ma non vi dico perché (leggi sopra). Oggi è partito il mio compagno di stanza con cui ho diviso la camera per quattro anni, e a ruota partiranno anche gli altri compagni di appartamento. Non mi piace la retorica e poi sono già abbastanza malinconico di mio (la mia vita in questo momento sembra un film di Kurosawa con la colonna sonora di Reveal dei Rem, yuppie!). A loro dico: buon viaggio ragazzi. ? stato bello percorrere un pezzo importante di strada insieme. Spero che la mia futura moglie abbia la stessa vostra sconfinata tolleranza nei confronti dei calzini in soggiorno, del casino la mattina (perché la borsa non è mai dove credi di averla lasciata?) del dentifricio sul rubinetto del bagno e dello sciacquone non tirato per sbadataggine. Lo spero proprio. Buon viaggio, e grazie.


I quattro di via Romagnoli