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Le signorine troppo tardi

Marzo è il mese della primavera, del cambio di stagione, del clima variabile. Ma è anche il mese delle signorine troppo tardi.
Le signorine troppo tardi, puntualmente, in questo periodo, fanno la prova costume e si rendono conto che o trascorrono le ferie in località montane prive di piscine, o il bikini dell’anno prima se lo possono scordare. Saranno state le mangiate di Natale, saranno stati gli aperitivi, sarà la malasorte, o una divinità maschilista che si abbatte contro le cosce femminili, ma insomma, per le signorine troppo tardi è arrivato il momento di affrontare la realtà.

E siccome nessuna è disposta ad accettare la sconfitta del costume intero (non sgambato) o del pareo perenne, eccole affacciarsi timide in palestra, nel tentativo di recuperare la forma perduta.
Ma – da qui l’appellativo – dovevano pensarci a ottobre. Ormai i buoi sono scappati, scusatemi la metafora scortese, e comuque in tre mesi non si può recuperare più di tanto.
L’esercizio fisico dà buoni risultati quando è lento e costante, non quando è fatto è concentrato in pochi mesi. Ma chi lo dice alle signorine troppo tardi? Non certo io, che le commisero guardandole piacchiare disperatamente sulla cyclette, prima di affogare nella Nutella i dispiaceri di un girovita fuori controllo.

Il lato B

Allora, mettiamoci d’accordo.
O Miss Italia è un concorso in cui delle belle fanciulle disinibite mostrano le loro grazie nella speranza che la vista di tanti centimetri di pelle ignuda metta di buon umore uomini (e donne) che le offrano di continuare a mostrarsi, anche più nude, ma solo se è un nudo artistico. In cambio di bei soldoni. Oppure è uno spettacolo culturale per celebrare la bellezza femminile e la capacità della gioventù di intrattenere, emozionare, stupire.
Nel secondo caso, lo dico subito, non servirebbero bikini (perché si è belle anche in abito da sera), per valutare non basterebbero pochi sguardi dei giudici, e soprattuto alle concorrenti dovrebbe essere concessa un po’ più libertà di esprimersi al di fuori di rigidi binari (adesso balla; adesso canta; su la gamba; cuccia).
Nel primo caso, nel caso in cui finalmente ci decidessimo ad ammettere senza ipocrisia che ci piace vedere delle belle ragazze in mostra, scommetere su di loro, commentare audacemente la loro esibizione…
Allora perché non il lato B? Perché non mostrare le ragazze anche di spalle? Non dico che è la prima cosa che molti uomini guardano nelle donne (anche perché di solito è difficile stringere la mano ad una persona e sbirciarle il posteriore), ma sicuramente è quella che fa la differenza tra una bella donna e un “tipo”. Sarebbe bello una Miss Italia alle nove di sera con ragazze vestite che sfilano e poi suonano e poi recitano versi scritti da loro. E una alle undici e mezza dove sorridono come oche, sbattono le ciglie e si fanno inquadrare il popò. Ma è la neotelevisione, bellezza, e tutto dev’essere sempre mischiato, ambiguo, indefinito: senza lato B, però, che non si dica che siamo maschilisti…

Le donne inglesi fingono

Un terzo delle donne inglesi finge l’orgasmo. OOOOHHHH.
Più o meno tre volte, prima delle feste, salta fuori l’indagine inglese che afferma che molte donne fanno finta, tra risolini imbarazzati e commenti scandalizzate.
Ma basta.
Lo sappiamo. Se c’è una cosa che le donne moderne hanno imparato dagli uomini è fingere. Fingono di pulire, e invece hanno dato una passatina con l’aspirapolvere.
Fingono di cucinare, e invece hanno scongelato un piatto pronto e l’hanno infilato nel microonde. Fingono di avere commissioni stressanti da fare, e invece vanno a zonzo a guardare scarpe in vetrina. Che male c’è se fingono anche di provare piacere?
Il problema bisognerà porselo quando non fingeranno più perché impegnate a pensare alle scarpe guardate in vetrina al pomeriggio.
PS Ho detto, e ribadisco, che la finzione è un brutto vizio, ma gli uomini non sono certo da meno.
Per secoli hanno fatto finta di andare a caccia, mentre si trastullavano in giro; poi hanno finto di dedicarsi all’arte, ed erano scuse per far colpo sulle donne; adesso fingono di avere meeting, conference call e business plan, e l’unica cosa che davvero li impegna è la formazione del fantacalcio. Se non fingono l’orgasmo anche loro è per motivi biologici, ma ci arriveremo.

Sconvolgente scoperta sulle donne

L’altro giorno, osservando il mobiletto del bagno che raccoglie per un 5% miei oggetti (schiuma da barba, rasoio e dopo barba) e per il 95% prodotti di mia moglie, sono arrivato alla conclusione che le donne dispongono di più corpi.
Loro ce lo tengono nascosto, è un segreto ancestrale che si tramandano dalla notte dei tempi, ma ogni tanto mettono da parte un corpo e ne tirano fuori un altro, apparentemente identico.
Ecco perché i loro armadi sono sempre pieni e ci impediscono di avvicinarci. I corpi sostitutivi possono anche essere smembrati, suppongo, e disposti in vari sacchetti. La spiegazione logica è molto semplice e chiarisce anche il mistero di quattro balsami, sei bottiglie di shampo  e una quantità non definita di creme per la pelle.  Con tutti i corpi che hanno, è ovvio che hanno continuamente bisogno di nuovi vasetti, idratanti, antilucido, notte, giorno, pomeriggio, pomeriggio nuvoloso, antirughe, antinvecchiamento, antiringiovanimento, antimarito.
Ed ecco anche spiegato perché hanno bisogno di almeno 15 paia di scarpe a testa: le varie coppie di piedi non sono perfettamente identiche, ci sono quelli più consumati e quelli meno, e quindi hanno bisogno di scarpe adatte ad ogni paio di piedi.
Cari amici maschi, spero che questa rivelazione abbia chiarito in voi tanti dubbi. Non siamo poligami, abbiamo compagne policorpi. Ma – so quello che state pensando, rassegnatevi –  la testa quella no, quella è sempre la stessa.

L’unico modo di conoscere davvero una donna

Ci sono tanti modi per capire com’è fatta una donna e come si comporterà.
C’è chi osserva l’abbigliamento, chi il modo di muovere le mani, chi il tono della voce. Ma il metodo infallibile per cogliere la reale essenza di una donna è un altro: sapere come si depila. La depilazione infatti è – dopo il parto e l’allattamento – la più femminile delle attività, che al contrario delle prime due è anche piuttosto frequente. Ebbene, seguendo questo ragionamento si possono dividere le donne in seicategorie.

  1. Le orsette. Cioè quelle che non si depilano se non sono costrette da qualche avvenimento sociale come le ferie al mare o un appuntamento con un nuovo partner. Le orsette sono pigre, menefreghiste, tradizionaliste, legate alla famiglia e al focolare domestico, testarde e con un’alta considerazione di sé: chi mi ama mi segua con i boccoli sui polpacci, insomma
  2. Le truci. Cioè quelle che usano qualunque oggetto contundente pur di liberarsi dei peli superflui (cioè di tutti i peli: le truci hanno di solito i capelli corti e se potessero si farebbero la pelata come Sinead O’Connor). Le truci usano i rasoi dei loro compagni (generando la comprensibile ira funesta), le forbici per il pesce, lo sbuccia carote, il tagliaerbe. Sono persone concrete, energiche, piuttosto permalose, disordinate e testarde. Chi mi ama stia zitto.
  3. Le scienziate. Cioè quelle che inventano continuamente nuovi sistemi di depilazione, che si aggiungono a quelli che trovano sulle riviste femminili e alle leggende metropolitane. Mangiano frutta particolare che ostacola il muscolo orripilatore, fanno esercizi per indebolire i peli, si spalmano frullati sulle cosce e parlano con gli stinchi per fiaccare la resistenza della moquette. Le scienziate sono allegre, ottimiste, testarde, speranzose, simpatiche, lunatiche (perché alla gioia di aver trovato un nuovo metodo si associa la delusione di scoprire che non funziona).
  4. Le cerettose, cioè quelle che disprezzano le truci perché con il rasoio i peli ricrescono più vigorosi e grossi e invidiano le fighette delle quali non possono permettersi lo stile di vita. Hanno conosciuto sicuramente delle scienziate e forse esse stesse lo sono state, ma solo il tempo necessario a capire che non c’è alternativa alla cera, una striscia adesiva e strapp…Sono decise, testarde, tenaci, meticolose, disposte al sacrificio, amanti focose ma diffidenti all’inizio.
  5. Le tecnologiche. Hanno comprato il primo epilatore meccanico negli anni 80, funzionava a pedali, adesso hanno il Professional 3000 e quando lo usano lo sente tutto il condominio. La loro fede nella tecnologia fa sì che non perdano nessun aggiornamento, perché sanno che il pelo è bastardo e crea degli anticorpi, per cui va colpito a tradimento con un nuovo epilatore. Sono persone ottimiste, testarde, emancipate, precise, metodiche, abitudinarie.
  6. Le fighette. Cioè quelle che vanno dalla shampista per dare un tocco ambrato all’acconciatura, che si fanno fare la manicure sui polpastrelli perché la tastiera li sciupa, e che hanno un’estetista prescelto per ogni parte del corpo, con le quali hanno appuntamenti periodici (il lunedì Cinzia per le gambe, il martedì Alfonso per il viso, il mercoledì Loredana per il pube e così via). Sono insicure, testarde, petulanti, hanno continuamente bisogno di conferme e vanno in crisi se l’edicolante per una volta non le sorride sbirciando la minigonna. Sono di solito piuttosto sociali e affabili, dal momento che stare con gli altri le aiuta a dimenticare le rughe

PS Tutte le donne sono testarde.

Il fascino discreto del bancomat

Si guardano intorno con occhio guardingo, hanno letto di brutali assassini delle steppe caucasiche, rumeni clonati e
clonatori e scippatori napoletani in trasferta e non vogliono farsi cogliere impreparate. Sono le donne che si avvicinano al bancomat. Stanno poi attentissime a che qualcuno non osi superarle nella fila, pronte a scattare con il taglia fuori per l’avventato cliente che non si accorga di loro. Poi, arrivato il loro turno, qualcosa accade. Intanto, il riflesso del bancomat le getta nel panico, per cui si fermano, estraggono il necessario dalle borsetta e si danno una pettinata e una ritoccata al volo. Poi decidono di estrarre la carta. Sono in fila da venti minuti, ma la carta del bancomat a cercano solo adesso, e ovviamente prima di trovarla devono maneggiare fazzoletti di carta, chiavi di casa, ombrelli, chiavi dell’auto, assorbenti, chiavi dell’ufficio, caramelle, occhiali da sole e frontalino dell’autoradio (del fidanzato, che l’ha scordata lì). La trovano. E lì scoprono quante cose fantastiche si possono fare con il bancomat: caricare il cellulare, farsi stampare il saldo, l’estratto conto, gli ultimi movimenti. Si interessano, se presente, anche a Telethon e ai nuovi servizi in promozione, e se solo ci fosse una sedia su cui sedersi comodamente probabilmente passerebbero il pomeriggio davanti a quello schermo a fosfori verdi.
Peccato che dietro di loro c’è un uomo che dal bancomat vuole soldi, e non conferme emotive. Uomini, i solidi gretti materialisti…