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Bagnarolasco

Mezza Europa è sconvolta dalle ignobili storie dei preti pedofili. Un reggente regionale del Movimento Cristiano dei Lavoratori è arrestato con l’accuse gravissime di complicità mafiose. E cosa proclama il nostro Bagnarolasco? Che non bisogna votare Emma Bonino perché è favorevole all’aborto. Come dire, il tetto della nostra casa è pericolante, nel muro ci sono crepe larghe dieci centimetri e le fondamenta stanno cedendo, ma è fondamentale che le tende alle finestre siano stirate bene.
PS Per gli amici giornalisti: quando parla il presidente della CEI, non “parla la Chiesa”. Parla un esponente della Chiesa. Ma sono esponenti della Chiesa anche Padre Zanotelli, Kakà, Pupo e il sottoscritto, perché la Chiesa è l’insieme dei cristiani che si riconoscono come figli di un unico Dio. E non esistono figli più importanti di altri, anche se a volte i giornalisti sembrano pensarlo

Altarini impolverati

Famiglia Cristiana dopo aver accusato il democratici di aver imbarcato i radicali e i populisti libertini di aver imbarcato i fascisti, attacca pure gli uddicini per aver imbarcato i mafiosi.
Ma un bel paniere di cavolacci loro non se li faranno mai, questi cristiani qui? Parlare per esempio di padre Fedele accusato di stupro da una suora sarebbe fuori luogo?
Le pagliuzze negli occhi degli altri sono tante, ma le travi nei nostri non scherzano…

Chi non vuole lavorare, neppure mangi.

Chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Non è uno slogan di Confindustria, neppure una frase all’americana per motivare i dipendenti. E’ la lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesei, che si legge oggi in Chiesa. Paolo, si sa, è abbastanza concreto, non è un poeta come Giovanni e neanche uno storico erudito come Luca: gli hanno riferito che ci sono gruppi di cristiani che si stanno lasciando andare perché aspettano la fine del mondo che reputano vicina, e vuole spronarli a tornare alla vita quotidiana e al lavoro.
Attualizzare i testi sacri è sempre complicato e richiede competenze che (ops…) in questo momento mi mancano, ma non posso fare a meno di domandarmi cosa direbbe oggi Paolo a quelle persone che vorrebbero davvero lavorare, e magari anche a mangiare, ma che per farlo devono fare centinaia, migliaia di chilometri, e tornare a casa due volte l’anno. Migranti, emiganti, immigrati, chiamateli come volete.
Cosa gli direbbe Paolo? Probabilmente gli farebbe coraggio: se la fine del mondo non è ancora vicina, è anche e soprattutto merito loro…