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La stagista sotto il bancone

Si parla frequentemente di crisi del mercato dei lavoratori, e ciò pensato l’altra mattina in un bar.
Non so se vi capita mai di osservare con attenzione dietro i banconi di un bar – succede anche con le farmacie e con i negozi di scarpe, ma i miei preferiti sono i bar – e rendervi conto di quanti strani strumenti non avete mai visto in funzione. A che servirà mai quella cassetta di plastica con il caffé in chicchi, se da anni avete da sempre visto preparare l’espresso direttamente dalla moka già macinata? E quelle sostanze fosforescenti che d’estate ballonzano in frullatori anni sessanta, saranno davvero frullati oppure servono a scacciare le zanzare? E sotto il bancone? Cosa c’è lì sotto? Cosa ci nascondono? Forse un macinacaffé arrugginito? Forse una cassa di cedrata marrone? Forse un pacco di giornali che serve a bilanciare la gamba del tavolo?
Vi starete chiedendo cosa c’entra tutto ciò con la crisi. Ebbene, l’altra mattina pensavo che precari, stagisti, collaboratori a progetto, sono come quei giornali sotto il bancone.
Non si vedono e a volte facciamo finta che non ci siano, ma senza di loro la baracca non starebbe più in piedi, e il barista dovrebbe ricordarsene, ogni tanto.

Ma mi facci il piacere…

Voce di donna sensuale: “Complimenti, Zucchetti, per aver vinto il premio come miglior applicativo gestionale che risolve tutti problemi di qualunque azienda…Fai conoscere anche a me le tue prestazioni”?
Non è una battuta di Milly D’Abbraccio in una delle sue migliori interpretazioni, è uno spot radiofonico che avrete sentito anche voi perché lo mandano sulle radio nazionali da anni.
Lasciamo perdere il maschilismo becero, la voce sexy fuori luogo, il riferimento ammiccante banalissimo: tutta materia prima con cui un pubblicitario campa per anni. Ma come si fa ad appellare un gestionale (che magari sarà anche fantastico, non ne giudico la qualità) come applicativo che “risolve tutti i problemi di qualunque azienda”… e che è, San Gennaro?
Va bene esasperare, sottolineare, evidenziare i concetti, ma qui stiamo veramente esagerando. Vivremo pure nell’era delle mediocri utilitarie che diventano “piccoli geni” e di chi fa l’amore con uno yogurt, ma diamoci un taglio. A furia di gridare, la gente si tapperà le orecchie.
E allora, cari pubblicitari, toccherà anche a voi comprare l’applicativo Zucchetti (che tanto risolve qualunque problema di ogni azienda e fa una moka di caffé che è un capolavoro)…