Archivi tag: l espresso

Bravo Gruppo l’Espresso

Si tratta di una delle esperienze più fastidiose che un amante di cinema possa fare. Prende il dvd nuovo di zecca, elimina la confenzione di plastica con cura sacerdotale, lo inserisce nel lettore limitando al limite il contatto con l’atmosfera… E dopo dieci minuti (di un film oltretutto bellissimo come il Divo) il disco si blocca e non ne vuole sapere di andare avanti.
Cosa fare? Il dvd me l’hanno regalato e non so in quale edicola l’hanno preso. Chiamo il servizio clienti dell’Espresso, gli spiego il caso. Mi dicono che me ne spediranno una nuova copia. In realtà non mi arriva niente, ma non posso escludere si tratti di un problema con le poste; chiamo di nuovo, e stavolta la copia arriva.
Bravi! Non posso che ringraziarli, anche se la copia, nuova di zecca, è ancora incellophanata, e spero che stavolta vada meglio.

Un romanzo di sei parole

Vi sembra facile? Provate a scrivere un romanzo usando solo sei parole, come propone l’Espresso: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Il-tuo-romanzo-in-sei-parole/2061927&ref=hpsp

Io ne ho scritti due. Il primo è si intitola "Errore fatale":
Maledizione – bisbigliò fievolmente – pensavo fosse scarica.

Il secondo invece è "Il matrimonio":
Se mi sposi te la do

Provate!

La stagista sotto il bancone

Si parla frequentemente di crisi del mercato dei lavoratori, e ciò pensato l’altra mattina in un bar.
Non so se vi capita mai di osservare con attenzione dietro i banconi di un bar – succede anche con le farmacie e con i negozi di scarpe, ma i miei preferiti sono i bar – e rendervi conto di quanti strani strumenti non avete mai visto in funzione. A che servirà mai quella cassetta di plastica con il caffé in chicchi, se da anni avete da sempre visto preparare l’espresso direttamente dalla moka già macinata? E quelle sostanze fosforescenti che d’estate ballonzano in frullatori anni sessanta, saranno davvero frullati oppure servono a scacciare le zanzare? E sotto il bancone? Cosa c’è lì sotto? Cosa ci nascondono? Forse un macinacaffé arrugginito? Forse una cassa di cedrata marrone? Forse un pacco di giornali che serve a bilanciare la gamba del tavolo?
Vi starete chiedendo cosa c’entra tutto ciò con la crisi. Ebbene, l’altra mattina pensavo che precari, stagisti, collaboratori a progetto, sono come quei giornali sotto il bancone.
Non si vedono e a volte facciamo finta che non ci siano, ma senza di loro la baracca non starebbe più in piedi, e il barista dovrebbe ricordarsene, ogni tanto.