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Lei, lei e me

altalena– Papà, papà do andiamo?
– È domenica… Zzz… Da nessuna parte
– Andiamo a nido?
– No Serena… È chiuso il nido…zzz
– Ah. Alloa do andiamo? Andiamo a nonna?
– No, restiamo qui a casa (sgrunt…)
– Ah.
– (…)
– Papà, papà, ma do andiamo? Metto e cappe?
#?sesoloavesserolostandby

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– Papà, papà, andiamo a vederlo al cinema?
– Eh, dipende… Se prendi parecchi “bravissima” ci andiamo
– Ma guarda che non è che posso prendere dei “bravissima” così, quando voglio. Al limite possiamo fare che ci andiamo se non prendo più nemmeno una nota. Che dici?
#farapiustradadime

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Questa non è una principessa, è una fatina, vedi? Ha le ali.
– Ah. Peò novvola.
– Perché dici che non vola? Ha le ali…
– Novvola pecché è un gioccatolo.
#nonfaunapiega

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– Dammi a cannuccia!
– Prenditela tu, non sono mica la tua serva. Oppure chiedila a papà.
##?incimaallagerarchia?

Ma papà quando ti toii quella butta babbaccia? ?
#littleimageconsultant

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– Ma papà hanno fatto una statua per un signore povero?
– Perché dici questo?
– Guarda là, sta chiedendo i soldi con il cappello…
#piazzaminghetti

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– Papà, papà, no ho niente nella mano!
– E nemmeno io, eh papà?
#excusationonpetita

“Mister, mi scaldo? No, che poi ti stanchi”

tormenta_neveNiente da fare, quel romanzo di oltre 500 pagine che da mesi attende speranzoso sul comodino vi incute timore. Non avete nemmeno il coraggio di aprirlo. E che dire di  quel saggio divulgativo sull’inquinamento ambientale, l’argomento è interessante, potrebbe essere utile apprendere delle nozioni, ma no, potreste finirlo quando ormai del mondo non sarà rimasta traccia. Per non parlare di quei racconti in inglese, mi servirà per il lavoro, sì dai non scherziamo, ogni due paragrafi ti tocca aprire il dizionario per capirci qualcosa.
Rinunciamo allora ad uno dei piaceri della vita, la lettura? Ci limitiamo ad una sfogliatina al quotidiano la domenica mattina per le quotazioni del fantacalcio? No. Un’altra possibilità, prima dell’abbruttimento dell’analfabetismo di ritorno, c’è.

Sono le storie da leggere sullo smartphone. Sui telefoni di oggi (ma ha ha senso chiamarli ancora telefoni?) possiamo leggere racconti, romanzi, riviste. Ma anche racconti brevissimi, pensati proprio per quei dieci minuti in autobus, o per lo svolgimento di funzioni vitali del ciclo digerente (svelti, prima che vostra figlia bussi alla porta del bagno!).
Oggi voglio consigliarvi un servizio del Gruppo Editoriale l’Espresso che siamo appunto storie brevi,pensato per leggere sullo smartphone. Di storie ce ne sono tante, ma io ve ne consiglio due, da cercare tra le storie top. Oltre tutto sono gratuite, mentre per altre è richiesta l’iscrizione o il pagamento di una modesta cifra.
L’autore è Rocco Citro, la mia storia prefererita si chiama “Mister, mi scaldo? No, che poi ti stanchi“. In realtà la mia passione per le battute è tale che basta il titolo a eleggere questo racconto nella mia personalissima top di sempre. Un titolo che da solo racchiude l’epica delle partite di calcetto tra quarantenni, sportivi o sedicenti tali non ancora abbastanza vecchi per passare al Subbuteo e alla Scala 40, ma sicuramenti troppo avanti negli anni per dare una parvenza di gioco al loro trottorellare affannoso in campo. Non aggiungo altro, il racconto è lì e aspetta solo di essere gustato.
Il secondo consiglio riguarda un racconto dal taglio sempre umoristico ma dai colori che sfumano nel malinconico. Si chiama “È vietato andare in bici nella tormenta” e racconta un’esperienza davvero estrema, altro che bungee jumping o parapendio: andare in bici quando nevica. Io personalmente non ve lo consiglio, d’altronde odio la neve. Però vi consiglio di leggere queste due storie. E magari di cercarne altre di Rocco:  mi ringrazierete.

Finalmente il David Letterman Show

David Letterman
Immagine tratta dal sito ufficiale del programma

Sin dal primo momento della sua messa in onda non ho nascosto le mie simpatie per Rai5, emittente televisiva che pur basandosi esplicitamente su contenuti di tipo culturale non disdegna però programmi di divulgazione più leggeri. E adesso quello che era una semplice attrazione è diventata amore: Rai5 ogni sera trasmette infatti il Late Show di David Letterman, storico programma americano della CBS. Per chi non lo sapesse, Letterman è un comico e intrattenitore televisivo a cui si sono inspirati in tanti, esplicitamente (Luttazzi) o in maniera più velata (Fazio). Il suo programma, leggero senza mai essere stupido, è uno dei pochi motivi per cui ricordo di accendere la televisione. Peccato solo che la programmazione di Rai5 sinora sia stata un po’ schizofrenica, alternando puntate recenti con vecchi episodi di un paio d’anni fa. Non si può pretendere tutto, per ora mi accontento…

Auguri alle credenti (e non)

Se il nostro premier fosse stato donna, non avrebbe avuto voglia di bunga bunga – qualunque cosa esso sia – tutte le sere, perché dopo una giornata di duro lavoro in ufficio si sarebbe dedicato al duro lavoro a casa.

Se il nostro premier fosse stato donna non avrebbe avuto bisogno del trapianto dei capelli e si sarebbe fatto una tinta molto meno appariscente.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe parlato molte lingue straniere, perché una donna non può tollerare che sia un interprete a tradurre i suoi commenti rivolti alla ministra tedesca sulla nuova capigliatura dell’ambasciatrice.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe avuto un’idea più chiara di come funziona la scuola, pubblica o privata, perché sarebbe andato a parlare con gli insegnanti dei propri figli almeno una volta a quadrimestre.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe indossato con molta più nonchalance i tacchi e i rialzi che gli regalano 7-8 cm.

Se il nostro premier fosse stato donna non si sarebbe dato da fare per recuperare onorevoli finiani promettendogli chissà che, perché una donna prima di riaccogliere un traditore lo fa crogiolare il tempo necessario.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe apprezzato di più le donne.

Auguri alle credenti (nella festa della donna) e non.

Hurl Berl

Siamo l’unico paese del G8che, dopo tante promesse e pacche sulle spalle, ha ridotto i fondi per gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Visto che da noi anche l’opposizione è sottosviluppata e i media sonnecchiano, a ricordarcelo è stato Bono degli U2 che con la sua organizzazione sta raccogliendo firme per espellere l’Italia dal G8 e calciare via Berlusconi.
C’è persino un videogioco che potete trovare qui: http://one.org/international/actnow/hurlberl/
Dobbiamo a questo punto temere la veemente reazione con un videogioco di risposta di Apicella?