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Siamo uomini o utenza?

© Moreno Soppelsa/Photomicrostock

Venerdì 12 dicembre: c’è lo sciopero nazionale e un gran traffico a Bologna, io ho appena donato il sangue e prendo l’autobus per tornare a casa. Osservo una scena surreale.
L’autista – che non è in sciopero, perché loro si fermeranno alle 16 – non parte perché aspetta il cambio. Da 45 minuti. Chiama l’ATC ma non gli risponde nessuno.
La gente comincia a spazientirsi. Si innervosisce
Si innervosisce il vecchio balilla che quando c’era lui altro sì che le cose funzionavano, e smadonna due o tre volte contro l’autista. Si innervosisce la signora con il sacchetto della boutique chic, si innervosisce la ragazzina che ha fatto filone (ma qui si dice fughino) e vuole tornare a casa.
Si innervosisce anche la signora progressista che afferma che non è che sia la prima manifestazione che si fa a Bologna, e che non è che il giorno prima non si sapesse. Ci si poteva organizzare. L’autista le dà ragione e le spiega: lo vada a raccontare ai miei dirigenti dell’ATC.
A quel punto il colpo di teatro: un’altra autista, più anziana, è con un gruppo di colleghi sul marciapiedi e ha osservato la scena. Comincia a contestare quello che dice la signora. Poi si avvicina al collega e con fare aziendalista mormora: ti ricordo che non si deve discutere con l’utenza.
Dice proprio così, con l’utenza, poi se ne va con l’aria di chi sta per preparare un rapporto contro quell’autista sovversivo.
Io in cuor mio spero non lo faccia. Ma non voglio discutere con lei: in fondo sono utenza anch’io

Signor Mollica, mi regali un suo aggettivo!

Ho un sogno nel cassetto: una recensione di Vincenzo Mollica.
Non lo conosco di persona e non posso dire se è un entusiasta sempre e comunque, ma ogni volta che commenta qualcosa in tivù, è un tripudio di aggettivi qualificativi positivi. Il minimo che una mostra possa ricevere è "straordinaria", il film è sempre "Il più bello", l’opera è "incantevole" e il disco "lascia senza parole". Signor Mollica, faccio un appello pubblico, legga i miei racconti.
So già che nella peggiore delle ipotesi per lei saranno indimenticabili, o se proprio va male, toccanti e profondi. Vincenzo Mollica è per un’artista l’insegnante di educazione artistica delle medie: un bel voto non si nega a nessuno!
E lo vorrei anch’io…

32 anni

Platini, a 32 anni, si ritirò. Decise che era arrivato il momento di chiudere la sua carriera e dedicarsi ad altro. Nathalie Caldonazzo sostiene che non le propongono calendari perché a 32 anni è considerata vecchia.
Anche se il paragone può sembrare oltraggioso – e non vuole essere – nNostro Signore si concesse un anno di più, prima della dipartenza.
Ci sono arrivato anch’io, e meno male che mi sono scelto un sogno (quello di diventare uno scrittore di successo) per il quale l’età non è un problema, anzi aiuta.
Altrimenti, sai che depressione…

Bomba anch’io, no tu no!

Premetto che se ne nessuno avesse la bomba atomica saremmo tutti più contenti.
Detto questo, qual è la discriminante che ci permette di capire chi ha diritto di disporre di armi di distruzioni di massa e chi no? La forma di stato? La partecipazione democratica? Va bene, ma allora gli Stati Uniti non possono avere la bomba, visto che da decenni solo una minoranza della popolazione ha accesso al voto.
La tendenza a essere più o meno "canaglia", cioè attaccabrighe, guerrafondai? Va bene, ma allora gli Stati Uniti non possono avere la bomba, visto che sono coinvolti – e non in chiave difensiva – nella maggior parte dei conflitti del pianeta.
Allora, chi può avere la bomba? Chi è più simpatico? D’accordo, sicuramente l’Iran non avrebbe chanche se valesse questa regola; ma ancora una volta non ne avrebbero neanche gli USA, che hanno uno degli uomini – stando ai sondaggi – più odiati al mondo come presidente.
Potremmo arrivare a stabilire con metodo sceintifico e comprando qualche Nobel che il diritto di minacciare l’umanità è prerogativa degli stati che hanno una bandiera rossa e blu con delle strisce e delle stelle. Potremmo: ma l’avete vista la bandiera della Corea del nord? Porca miseria, non ci siamo ancora…

Prima di guardare la pagliuzza nell’occhio di tuo fratello, guarda la trave che è nel tuo, Mister President.

Top-ten delle scuse per chi riceve regali inaspettati a Natale

10) Ma non avevamo detto che aspettavamo la Befana per i regali?
9) Ti sei trasferito? Ti ho spedito il regalo ma il postino me l’ha riportato indietro!
8) Ho anch’io un regalo per te, ma sei così dimagrito!! Andrò a cambiarlo e te lo riporterò.
7) Cavolo, devo regolare l’orologio! Il mio fa ancora il 20 dicembre!
6) Non lo sapevi? Sono diventato buddista e non festeggio più il Natale. Ma grazie lo stesso.
5) Mi hanno svaligiato casa e si sono portati via il tuo regalo! Ci tenevo così tanto…
4) Avevo anch’io un regalo per te, ma si è sciolto.
3) Grazie per il regalo! Io quest’anno io ho deciso di donarmi fisicamente. Che ne dici?
2) Scusami se non ho ricambiato ma la finanza ha sequestrato i miei beni.
1) Ma pensa! Mi avevano detto che eri morto.