Ogni tanto qualcuno mi chiede come può recuperare una copia del mio romanzo. Rispondo qui anche se nell’homepage del sitarello fornisco già abbastanza spiegazioni. Dunque, la situazione della distribuzione in Italia è abbastanza drammatica, gli spazi sono occupati da “4 sorelle” editrici e da una serie di filiazioni delle stesse e per i piccoli editori uno spazio su uno scaffale è un sogno. Fino a qualche tempo fa potevo garantire una serie di librerie che avevano bontà loro ordinato il libro, la lista la trovate in www.carminecaputo.com, sinceramente non so se ne hanno ancora, se ne hanno vendute, se ne hanno rispedite indietro. Purtroppo le informazioni di cui dispongo sono poche e frammentarie. Però…però siamo nel 2005, figlioli, Internet è una realtà alla portata di tutti, insomma! Su questo sito potete trovare il mio romanzo http://www.365bookmark.it/. Oltre tutto, se vi registrate è gratis, perchè vi offrono un buono da 12 euro, e poi ci sono un sacco di sconti, offerte, 3×2…E si può pagare anche con bonifico e vaglia, non venite a dirmi che il problema è la carta di credito! So di persone che l’hanno provato e sono rimasti soddisfatte, per cui gli faccio volentieri pubblicità. Insomma, se il libro vi interessa davvero, sapete come trovarlo. Se invece mi chiedete dove trovarlo solo per farmi piacere tanto non ve ne importa un fico secco… in tutta sincerità, non mi fate questo gran piacere, per cui non chiedetemelo più. Saluti
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Statale 7 Quater
Statale 7 Quater non è un romanzo spensierato da leggere per rilassarsi sotto l’ombrellone. Non è neanche una storia piacevole da raccontare mentre si aspetta il metro, non è una favola edificante o un noir con i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. Statale 7 Quater è un romanzo disperato, rassegnato, angosciante. Un romanzo necessario, di quelli che ti invitano a vedere quello che non sei più capace di osservare: storie di degrado urbano, di violenza, di miseria, storie che siamo abituati ad anestetizzare attraverso il tubo catodico. Ma non si può cambiare canale, quelle vite ci sono, quella sofferenza ci riguarda, possiamo disinteressarci ma non negarne l’esistenza. L’autore tratteggia con gusto del dettaglio e mano ferma panorami desolati e drammatici dai quali tuttavia emerge, come una pennellata di colore su un ritratto in bianco e nero, l’umanità di chi non si rassegna. Intorno ad una strada, che congiunge Napoli con Roma, si dipanano le storie di giovani costrette a prostituirsi, di droga, di vendette tra clan rivali, di solitudine e abbandoni, di ordinaria corruzione. Storie brutte, indiscutibilmente, ma preziose per chi considera la letteratura non tanto come evasione quanto come testimonianza. Una volta uno come Mallozzi forse si sarebbe definito un verista, uno scrittore che racconta la realtà senza far sentire la sua presenza, che la osserva in punta di piedi mentre si dispiega davanti ai nostri occhi in un lamento silenzioso.
Statale 7 Quater è un romanzo sgradevole ma necessario, un romanzo crudo che apre una finestra su una realtà degradata che vorremmo non esistesse. Ma c’è, e se ne sappiamo un po’ di più lo dobbiamo anche a questo bel romanzo di Mallozzi.
Felicit
Oggi sono felice.
Non per ragioni sentimentali, chi legge questo blog sa che parlo pochissimo della mia vita privata. Neanche per ragioni professionali, anche se oggi con questa economia avere un lavoro di per sè dovrebbe essere motivo di gioia. Neanche per ragioni artistiche, non so ancora se l’editore pubblicherà il mio secondo romanzo, l’ho messo da parte e mi sto concentrando su un racconto, delle prime non sento più notizie (a proposito, se qualcuno l’ha letto mi faccia sapere, accetto anche insulti ma non posso rimborsarvi).
Sono felice per un motivo più banale della vita sentimentale, più sciocco per la vita professionale, più futile della vita artistica. Sono felice perché ieri il Taranto ha vinto 2-1 a Ragusa e si è salvato dall’ennesima retrocessione, siamo ancora aggrappati con le unghie al professionismo calcistico, in fondo alla C2, ma ci siamo.
E vi pare poco?
Per le lettrici le dimensioni contano
L’altro ieri chiacchieravo con l’edicolante del Centro Lame, una persona molto cortese che ha deciso di vendere alcune copie del mio romanzo (vendute 13 su 15, ma non fa testo, le hanno comprate tutte i miei colleghi). Mi ha consigliato di scriverlo un po’ più lungo, la prossima volta: una ragazza si è lamentata di averci messo mezz’ora a leggerlo tutto. A parte il fatto che io mi lamenterei dei romanzi che non sono riuscito a completare o che ho completato in dieci anni, e non di quelli che leggo in poco tempo; però la faccenda mi ha fatto riflettere. Si perchè gli autori vorrebbero scrivere, scrivere, scrivere, non si risparmiano, sapete: sono gli editori che (giustamente, dal loro punto di vista) tagliano, tagliano, tagliano. Anche Bello dentro ha subito un bel po’ di dolorose ma necessarie sforbiciate. Che dire, alla ragazza che ha letto il mio romanzo in mezz’ora? Nella quarta di copertina avevamo azzardato un paio d’ore di lettura piacevole, in effetti 30 minuti sono proprio pochi. Prometto che il prossimo romanzo arriverò a scrivere 600 pagine. Almeno 200 dovrebbero pubblicarmele, no?
Incrociamo le dita
Altro giro altra corsa. Abbiamo fatto le prime tre presentazioni di “Bello dentro, fuori meno”: a Capua, Statte e Bologna. Nella pagina eventi trovate un resoconto di questi tre incontri, che sono stati molto belli e per certi versi emozionanti, vista la buona partecipazione di persone che, per un esordiente, non è mai scontata: anche quando tre quarti del pubblico è fatto da amici, l’altro quarto te lo sei conquistato tu. A meno che non siano lì per caso, ma insomma, un po’ di ottimismo.
Non mi resta che auspicare che chi ha acquistato il romanzo lo apprezzi, ne parli con l’amico, che ne parlerà con la moglie, che lo regalerà alla sorella, che lo presterà alla cugina, che ne comprerà una copia per il fidanzato, che lo fotocopierà, interrompendo così il circolo virtuoso. Insomma, non c’è markting più efficace del passaparola, per cui incrocio le dita, e spero che il romanzo piaccia.